Impossibile by Erri De Luca

Impossibile by Erri De Luca

autore:Erri De Luca [Luca, Erri De]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2019-07-18T08:47:13+00:00


Ammoremio, un’altra lettera si aggiunge a quelle non spedite. Resto in isolamento, così non c’è la possibilità di ricevere visite. Non ne desidero, e neanche lettere. È un posto per uomini soli, un corridoio di celle singole, da monastero, senza preghiere. I monaci di qui si affidano a degli avvocati, alle preghiere ci pensano loro.

Il mio caso è sperimentale. Spingere un uomo a confessare un delitto politico, l’ultimo aggiunto a un’epoca scaduta. Mi si vuole convincere che così si conclude un registro di atti giudiziari. La confessione di una vendetta politica farebbe da chiusura di una parentesi rimasta aperta fino a oggi. Perché nessuno di quelli che hanno tradito i propri compagni è stato raggiunto da una vendetta. Resta pendente il piatto di bilancia.

Una sola vendetta basterebbe a pareggiare i pesi? I pesi, i carichi penali, no, ma proprio perché unica invece di nessuna, ha un peso specifico simbolico e maggiore. Questo ragionamento mi circonda e vuole la mia resa attraverso il mio consenso.

E poi in una piena confessione ci sarebbe il vantaggio intimo dello scarico di un peso. Ma quel magistrato non è di sicuro passato in vita sua attraverso una confessione che avrebbe conseguenze penali. Mi prospetta il sollievo fisico di togliermi un peso dallo stomaco? Come se uno avesse una costipazione e la confessione agisse da purga.

Non potrà prevalere su di me con la scorciatoia della mia ammissione.

Se non mi proscioglie, tornerò da imputato in un’aula. La novità è che stavolta sarò più anziano dei giudici. È un vantaggio per me, li ritroverei diminuiti di autorità e di potere. A vent’anni avevano il potere di togliermi molta vita all’aria aperta. Adesso possono rastrellarmi le briciole.

Sai che l’accusa è di aver precipitato giù da un sentiero un compagno di lontane lotte politiche, diventato poi un delatore. A quel tempo siamo stati amici. Si usa dire amici per la pelle, ma a lui l’espressione non bastava, perché la pelle è superficiale. Diceva che eravamo amici per il sangue. Ma non abbiamo fatto il patto con cui ci si fa un taglio nel palmo della mano e poi si uniscono i due sangui. Me lo chiese ma non ho voluto. Avrebbe escluso gli altri compagni.

L’amicizia in quegli anni agitati era uno scambiarsi aiuto sapendo che ci sarebbe stato subito e senza spiegazioni. Si era uniti da una comune volontà.

Ci eravamo staccati a strappo dalle famiglie rinunciando e anche rinnegando la vita domestica. Si praticava un’altra appartenenza. L’amicizia sostituiva l’affetto familiare facendo dell’altro un fratello, un padre, un figlio.

Eravamo così quei noi due di allora. Ti scrivo di questo per spiegarmi cose rimaste confuse. Non ho capito allora come lui abbia potuto strapparsi via da noi. Invece di condividere la sconfitta e le pene, tradì tutti e in mezzo a questi anche me. Non ha dimenticato nessuno mentre ci consegnava. E ancora meno capisco perché io risenta la sua delazione come un torto fatto a me più che a tutti gli altri. Ti posso dire qualcosa di lui.

A differenza di me era spiritoso e ci sapeva fare con le ragazze.



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